GROD IL CONQUISTATORE by OBLOQUOR

Un’orda non sarà mai in grado di distruggere l’Impero, gli orchi non calpesteranno mai le terre degli antichi re, sono esseri inetti ed incapaci, non saranno mai in grado di prendere le fortezze degli uomini anche il regno degli elfi si è dovuto arrendere. Nessuno può nulla contro i generali imperiali, a poco serve la potenza contro la loro tecnica, l’unica alternativa è sottomettersi. Queste ed altre frasi risuonano nella mente di Grod il capo della più grande orda mai vista nella storia dell’Impero, tutti lo  conoscono ma con vari appellativi: alcuni lo chiamano la Furia del Nord, dopo aver conquistato da solo uno dei forti in pietra ai confini dell’Impero, altri la Lama di Sangue, dopo aver devastato le pianure delle ricche regioni imperiali, ma adesso tutti lo conoscono come Il Conquistatore,  mentre calpesta a passi pesanti le terre degli antichi re e vede con i suoi stessi occhi le alte mura della capitale dell’Impero. Sputa in terra e pulisce l’arma, una guarnigione imperiale ha provato a rallentare l’orda per dare il tempo alla capitale di organizzare le difese, hanno avuto poco successo. Le sue forze ora più che mai bramano le ricchezze della città difesa dalle possenti mura, e già qualcuno prepara le macchine per l’assedio.
Grod si siede ed aspetta l’arrivo del messaggero  inviato alle truppe, la sua orda è una delle più grandi di sempre e questo lui lo sa, ma sa anche come non sia composta da soli orchi: quando conquistò i forti in pietra riuscì ad ottenere l’aiuto di goblin e coboldi, mentre per la devastazione delle pianure si alleò con i signori dei draghi per i quali prima dovette sottomettere gli elfi delle regioni settentrionali. All’interno dell’orda poi erano presenti anche svariati esponenti della nobiltà umana in disaccordo con il sovrano, insieme a loro mercenari assoldati da compagnie mercantili straniere, che avevano interesse nel indebolire l’Impero. Oltre a loro c’erano gruppi sterminati di briganti, barbari, lupi mannari, maghi, negromanti, tagliagole,  ladri, contadini senza terra, ribelli, poveri e nobili decaduti. A conti fatti gli orchi non componevano neanche la metà dell’orda, ma finché si avanzava sconfiggendo l’Impero nessuno aveva avuto nulla da ridire. C’erano molti problemi a mantenere l’orda unita, nel corso dei combattimenti erano più i sottoposti che cercavano di ucciderlo che i soldati imperiali, ma per ognuno di quei vermi che gli si rivoltava altri mille erano pronti ad unirsi al suo seguito.
Per evitare problemi nel comunicare con un esercito così vasto e diverso aveva incominciato ad usare gli elfi sottomessi come messaggeri, erano molto utili, non solo perché sapevano parlare più lingue, ma soprattutto perché erano talmente tanti che nessuno si lamentava se qualcuno di loro veniva fatto a pezzi ,dopo aver recapitato il messaggio affidatogli. Tormentare i messaggeri era diventato il passatempo delle truppe, aveva sentito di come molto spesso per evitare che morissero troppo presto arrivassero addirittura a medicarne le ferite e a nutrirli per rimetterli in forze, in modo da ricominciare qualche giorno dopo con le torture. Grod non se ne preoccupava , dopo aver consegnato i messaggi gli elfi valevano meno di zero, il suo esercito era talmente grande che ci volevano giorni per passarlo in ispezione con una buona cavalcatura, figuriamoci se poteva perdere tempo  a curarsi dei messaggeri. Per un periodo avevano usato anche le elfe, ma i suoi ordini non arrivavano mai a destinazione.
Aveva appena finito di pulire la sua lama quando vide il messaggero arrivare “Mio signore eccomi porto notizie dal resto dell’esercito” “Poche cerimonie orecchie lunghe, parla!” “Mio signore mi rincresce ma sono portatore di cattive notizie” “Stai sfidando la mia pazienza elfo, parla o ti staccherò la lingua” “Chiedo perdono mio signore, le truppe dei nostri fidi alleati coboldi e goblin sono stati presi d’assalto dall’artiglieria Imperiale  riportando gravi perdite” Grod sbuffò “Ci penseranno i signori dei draghi, finalmente avranno modo di sporcarsi l’armatura in questa guerra” “No mio sire, i signori dei draghi sono stati messi in fuga dai grifoni dell’Impero”. Grod  ebbe uno scatto d’ira e prese l’elfo avvicinandolo a se “Grifoni!” “Si mio signore sono delle creature che…” “So perfettamente come sono fatti i grifoni idiota, mi aspetto che i nobili si stiano rendendo utili” “No mio signore i nobili hanno inviato degli ambasciatori all’imperatore è stanno trattando per la pace” Grod scaraventò l’elfo lontano da se urlando “Vermi infami! Banchetterò con la loro carne prima che tramonti il sole!” l’elfo riprese a parlare “Padrone non dubito della sua potenza ma i mercenari assoldati dai mercanti hanno restituito la paga e stanno disertando il campo di battaglia!” Grod si avvicinò di nuovo al messaggero impugnando il suo spadone “Ci penseranno i maghi e i negromanti vero?” “Anche loro stanno fuggendo” “I lupi mannari allora!” “Sono stati ingaggiati dalla cavalleria pesante del nemico” “Le tribù degli uomini che si sono uniti a noi !” “Sono state sterminate mio signore” “Allora cosa aspettano i ladri, i tagliagole e tutte quelle pile di sterco che si sono trascinate dietro la mia orda?” “Mio signore chi ha ancora le gambe per farlo sta scappando dal campo di battaglia…” Grod alzò il suo enorme spadone “Lurido bastardo si può sapere quali sono le truppe su cui posso ancora contare?!” “Mio sire le uniche truppe che non sono ancora impegnate negli scontri sono i suoi orchi, la prego abbia pietà di me conosco la corte dell’Imperatore e potrei farle…” la testa dell’elfo era già caduta a terra  prima che questi potesse finire di parlare. 
Uno dei suoi comandanti lo trovò che calpestava il corpo del messaggero mentre con una mano stava facendo roteare la testa dell’elfo tenendola per i lunghi capelli “Grod cosa dobbiamo fare, le truppe chiedono sangue” L’orco si fermò ed incominciò a fissare le alte mura della capitale “Ordina agli altri di mettersi in formazione, attaccheremo le mura e spremeremo il sangue dai corpi dei nostri nemici!”
ILLUSTRAZIONE:Valentina Viesti–   Andrea Benespera 

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