NOTTE DI SANGUE by OBLOQUOR
Dopo mesi sono riuscito ad arrivare nella terra di re Hrothgar, i miei uomini sono stremati ed il freddo ci è penetrato sin dentro le ossa ma devo adempiere alla mia missione: i Rugi hanno bisogno di alleati oggi più che mai. Vengo ricevuto in città con tutti gli onori, il popolo è in festa, ma tra di loro riesco a cogliere sguardi tristi e su alcuni tetti noto alcune strane crepe; come se qualcosa o qualcuno ci si fosse arrampicato sopra. Hrotgar mi attende all’entrata della sua corte, guarda la mia spada e le armature del mio seguito, sorride in modo gioioso ma non capisco. Che i Rugi abbiano trovato un valido alleato in Hrotgar?
Smontiamo da cavallo e ci vengono mostrate le nostre stanze piene di letti comodi, birra, vino e donne pronte a soddisfarci, un trattamento da re la cosa mi insospettisce. Mando alcuni uomini fidati a perlustrare il villaggio l’ultima cosa che voglio è ricevere brutte sorprese, nascondo un pugnale nel mio vestito e disfo il resto del bagaglio. La guerra con gli Ostrogoti è alle porte e noi uomini del Nord non ci fidiamo di quei romani di Bisanzio: si arricchiscono con tasse e mercanti, conquistano terra come il ladro taglia la borsa al viandante; ed il loro dio viene torturato su una croce. Sputo in terra e aspetto che i miei uomini tornino per darmi notizie.
Quello che ascolto prima di recarmi al banchetto mette in subbuglio le mie viscere, mi riferiscono di strane sparizioni tra i cittadini forse un orso sceso dalle montagne o un branco di lupi che attacca la reggia di Hrothgar durante la notte. Il popolo parla di un mostro che si ciba di carne umana ma la fantasia dei bifolchi corre troppo velocemente per i miei gusti, starò in guarda durante la cena e mi assicurerò delle intenzioni del re. Istruisco i miei sul da farsi, ognuno di loro dovrà nascondere nel mantello le armi e tenersi pronti in caso di pericolo. Siamo tra i primi ad arrivare nella sala dei banchetti ci sono poche guardie, ordino ai miei di disperdersi e occupare posizioni difendibili. Il banchetto inizia.
Ci sono poche guardie intorno, vicino al re oltre alla sua bellissima sposa due giovani armati di lance cercano di non far notare come il sonno stia calando su di loro; mangiamo e beviamo a sazietà una delle donne che riempie il mio calice di sidro prende la mia attenzione. Hrothgar mi richiama con una battuta sui miei sguardi lascivi, sfrutto l’occasione per iniziare a parlare dell’aiuto ai Rugi , il re ascolta mangiando un cinghiale mentre i due giovani si sono appisolati, non ho nulla da temere. Appena ho finito di parlare mi risponde che potrà aiutarci solo se gli daremo una mano a sbarazzarsi di un problema che affligge le sue terre da molte notti, gli dico che il popolo dei Rugi è sempre pronto ad aiutare i suoi alleati. Lui ride fragorosamente e rimandiamo il discorso alla mattina seguende, consigliandomi caldamente di approfittare della festa. La sposa di Hrothgar si ritira nelle sue stanze ed il re ubriaco, ormai coperto solo da una tovaglia si unisce ai festeggiamenti.
Do segno ai miei uomini di stare tranquilli e loro sono contenti di lasciare le spade nel fodero, guardo la donna che mi serviva il sidro e poi esco dalla reggia; ho bisogno di riprendermi prima di farle visita tra poco. La notte avvolge le case innevate mentre vomito la carne ed il sidro di cui mi sono ingozzato, barcollo e faccio fatica ad articolare le parole ma non ne avrò bisogno questa notte. La spada mi affatica i fianchi e penso di buttarla quando in lontananza sento un urlo provenire dall’ oscurità. Qualcosa si muove tra i tetti e sento il rumore delle ossa che si spaccano, come quando affondi una mazza sul volto del nemico. Inizio a correre ed il suono dei tetti che si incrinano sembra seguirmi, mi fermo solo alcuni istanti cercando riparo vicino una porta dopo aver visto il cadavere dilaniato di una sentinella. Batto sull’ uscio della casa come un pazzo finché non mi aprono, un uomo armato di forcone cerca di respingermi in strada ma io sono più veloce e lo scaravento fuori sbarrando la porta subito dopo. Anche lui cerca di rientrare in ogni modo urlando e piangendo, prima di essere trascinato lontano da qualcosa.
Il rumore di tetti che scricchiolano si allontana, una donna, probabilmente la moglie dell’uomo di prima, si avventa su di me urlando con le lacrime che le segnano le guance. Cerco di calmarla poi sento il rumore avvicinarsi di nuovo e le pianto il coltello in gola mentre con la mano le chiudo la bocca per attenuare i suoi rantoli. Il rumore si allontana e la donna muore tra le mie braccia.
Mi avvicino ad una piccola finestra, più simile ad una fessura e vedo che un essere mostruoso sta entrando dentro il palazzo di Hrothgar: impallidisco dalla paura. Alcune guardie si fanno avanti ma vengono prese e sbattute contro le mura finché la vita non le abbandona. Il mostro entra dentro la grande sala dei banchetti e dalla finestra riesco a vedere solo brandelli di carne lanciati dal grande portone, accompagnati da urla di dolore e pianti. Dentro di me sento di dover uscire fuori con la mia spada ed unirmi alla lotta ma il mio corpo non si muove, se non per rannicchiarsi a terra.
Quando i raggi del sole mi svegliarono era appena sopraggiunta l’alba ed uscì in strada per sincerarmi delle condizioni dei miei uomini, il villaggio era silenzioso alcune pozze di sangue sporcavano la neve bianca caduta la sera prima. Arrivai al palazzo e davanti a me apparve una spettacolo orripilante: i corpi smembrati dei commensali erano stati impalati in modi orribili e le viscere penzolanti, facevano la gioia di cani e corvi. I pochi a non essere morti erano feriti o stavano per spirare, radunai i superstiti in gran fretta ed abbandonai il regno di Hrothgar, senza sapere se questi avrebbe onorato l’alleanza o fosse ancora vivo. I Rugi non avrebbero messo più piede in queste lande desolate. Mentre mi allontanavo al galoppo lungo il cammino trovammo un altro gruppo di cadaveri impalati, meno numeroso di quello del palazzo, riconobbi il corpo della serva del banchetto e questa fu l’ultima cosa che vidi prima di lasciare quelle terre.
ILLUSTRAZIONE: Ilaria Ciummei
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