ROVINE DEL FUTURO by OBLOQUOR
La strada fa schifo, piove ed intorno a me ci sono solo edifici ingabbiati pronti a cadere, Eaglepeack non è più la stessa da quando c’è stato il terremoto, sono passati nove anni ma la stanno ancora ricostruendo. Ci mancava solo questo: abbiamo la crisi, la guerra e adesso anche le calamità naturali.
Avanzo sempre di più seguendo il navigatore, intorno a me c’è il silenzio, l’unica cosa che mi accompagna e il rumore del mio respiro affannoso: forse avrei dovuto dormire almeno un’ora negli ultimi due giorni, devo ricordarmelo la prossima volta che vado a trovare Alex a Maro. Il vero problema di tornare a contatto con la luce del sole dopo quarantotto ore di gaming, è che tutto quanto ti sembra freddo e noioso. Gli occhi che pulsano non aiutano ad orientarsi alle nove del mattino. Vado avanti, ci sono delle persone, la cosa mi rincuora non è facile trovare umani in questa zona. Gli Altri sono ovunque, ogni tanto vedo un luccichio dietro le finestre , ma gli occhi mi pulsano troppo per capire se sono mirini laser o sguardi che mi fissano. Aumento il passo, le altre persone non fanno caso alla mia presenza, alcuni sono armati, devono essere del posto che razza di psicopatici; continuo a camminare e li distanzio il più possibile. Sento un rumore il lontananza, il mio navigatore smette di funzionare, devo continuare a camminare se mi fermo sono morto.
Mi stanno seguendo, vogliono giocare con me ma non è questo il giorno, ho visto bene la strada sul navigatore prima che smettesse di funzionare so dove devo andare. Sento un rumore di macchine, giro a sinistra vicino degli edifici,i rumori si fanno sempre più vicini, mi metto al centro della via e poi inizio a correre verso la strada. C’è traffico, sono fortunato.
I rumori negli edifici continuano, attraverso la strada, sono salvo. In lontananza sento il rumore di alcuni colpi che vengono esplosi, non dovevano rimanere nella Zona Rossa ed io non tornerò indietro do importanza al mio culo. La prossima volta però prendo il pullman, il gioco non vale più la candela. Continuo a camminare, dalle finestre degli edifici diroccati si vedono distintamente alcuni occhi che mi fissano, vorrei poter dire di non conoscerli ma Loro, Loro stanno per arrivare ovunque.
Le prima persone hanno incominciato a scomparire subito dopo il terremoto, per lo più anziani che giravano nella Zona Rossa nella speranza di recuperare le cose che avevano lasciato nelle loro case. Scomparivano per settimane e poi le squadre di ricostruzione ritrovavano qualche cadavere mentre scavavano trai i detriti, le salme che tiravano fuori però erano state visibilmente mutilate in più punti. Abbiamo capito troppo tardi che stava succedendo. Conoscevo alcuni barboni a cui ho offerto da bere qualche volte durante le mie serate universitarie qui ad Eaglepeack, sono scomparsi anche loro per mesi, ma a differenza degli anziani quando sono risbucati fuori avevano tutti quanti gli occhi arancioni e si comportavano in modo molto strano: non mendicavano, non parlavano e non riposavano. Andavano in giro tutto il giorno per la città, ci fissavano come se stessero studiando i nostri comportamenti e poi la sera tornavano nella Zona Rossa. Quando i barboni smisero di uscire dalla Zona incominciarono a circolare delle strane voci, molti dicevano che avevano creato una specie di grande comunità in cui si aiutavano a vicenda. Io so solo che le squadre di ricostruzione incominciarono a girare armate e smisero di occuparsi delle macerie per costruire dei muri di contenimento.
La Zona Rossa non apparteneva più agli umani e quando le squadre di ricostruzione incominciarono a non ritornare la polizia organizzò una serie di retate: vedere un centinaio di poliziotti in assetto antisommossa per far sgomberare un paio di barboni non reggeva come scusa. Poi deve essere successo qualcosa, di colpo la polizia smise di fare le retate ed un gran numero di pensionati smise di andare a ritirare i loro assegni. In compenso molti di loro tornarono a guidare, lo stato si voltò dall’altra parte in quel periodo: la guerra stava andando male e la crisi faceva ristagnare l’ economia. Si riapproprio delle pensioni non riscosse chiudendo un occhio, ma era una tregua che non sarebbe durata. I muri di contenimento caddero e le persone incominciarono a notare che dietro di questi erano state erette delle strane strutture architettoniche. Misero tutto a tacere facendo passare la cosa come un tentativo di riqualifica del territorio fatto da privati; o almeno questo è quello che venne detto quando un intero reggimento inviato per pacificare il posto, tornò quasi dimezzato dei suoi effettivi. La verità è che Loro costano meno di noi umani e producono di più, si nascondono tra di noi, ogni sera si aggirano per la città alla ricerca di qualcuno o qualcosa, nessuno fa niente perché nessuno riesce a realizzare in che situazione ci troviamo.
La popolazione di Eaglepeack sta per essere sostituita in favore di nuovi cittadini, meno costosi e meno umani, la base militare è stata evacuata il mese scorso quando avevano scoperto che metà delle reclute erano Loro. I poliziotti sono diventati paranoici: si guardano intorno come se qualcuno stesse per farli fuori da un momento all’ altro, non staccano mai le mani dalla fondina e non si muovono più da soli durante i pattugliamenti notturni.
Loro tutto questo lo sanno, li sento graffiare contro gli infissi della mia finestra ogni notte, li sento strofinare i loro corpi sulle pareti dalla parte del balcone, i miei coinquilini fanno finta di niente , si chiudono in camera e sperano che tutto questo passi velocemente, io no, io continuo a pensare a Loro e a quello che fanno. Un volante della polizia mi sfreccia accanto con le sirene spiegate, due auto nere la inseguono; è uno spettacolo che ho già visto un paio di volte quest’anno: quando un ufficio di polizia cade sotto gli ultimi poliziotti ancora umani cercano di scappare in un altro ufficio ancora umano . L’ultima volta i due sbirri in fuga avevano deciso di piantarsi una pallottola in testa piuttosto che consegnarsi. Mi fermo e vedo ancora quegli occhi fissarmi dalle finestre dei palazzi, ritorno a camminare aumentando il passo.
Alex mi ha parlato molto di Maro, li Loro ancora non arrivano , l’unico problema di iniziare a studiare li è il test di sbarramento iniziale, cercano di buttarti fuori in tutti i modi ma una volta passato sarei praticamente intoccabile. Devo valutare bene cosa fare, Eaglepeack non durerà per sempre se la stanno prendendo quartiere per quartiere, nel silenzio e nell’ indifferenza generale si stanno ritagliando un ruolo di potere che diventa ogni giorno sempre più forte. Sono arrivato alla zona abitata finalmente, non ci sono più edifici diroccati né occhi che mi seguono, devo comprare un paio di cose.
Ho fatto la spesa al discount e sono tornato a casa, accendo il PC, ho bisogno di scaricare la tensione mi stanno fissando, lo sento. Un rumore tra le pareti mi fa trasalire, batto un colpo sul muro e per tutta riposta sento che qualcosa si allontana velocemente. Hanno provato a sostituirci, in peno giorno, non posso crederci. Batto due colpi sulla porta della mia camera, sento dei rumori di passi, nessuno dei miei coinquilini ha risposto. Abbasso le serrande e chiudo la porta a chiave.
ILLUSTRAZIONE: EruannieCaline
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