L'Opera Nera - Capitolo I by Miriam Caputo
Capitolo 1
In cui si tiene la prima prova pratica di Mentalica e Sigmund evita un litigio
Capitolo 1
In cui si tiene la prima prova pratica di Mentalica e Sigmund evita un litigio
Sigmund Snake stava
camminando con passo spedito verso l’aula di Mentalica ed era di
pessimo umore. Quel gran bastardo del professor Armstrong gli aveva
imposto il turno del primo mattino per cui si era dovuto svegliare
all'alba e per finire il compito che gli era stato assegnato aveva
saltato la colazione ed ora era anche in ritardo per le lezioni.
E pensare che questa
volta non meritava nessuna punizione. Era vero che due giorni prima,
durante l’esame pratico di Combattimento, aveva danneggiato due
aule, ma la colpa era dei suoi insegnanti e delle prove che la loro
mente malata riusciva ad elaborare. I bifolchi l’avevano fatto
combattere contro un demone di classe Gela nonostante le tecniche per
sconfiggere questo tipo di entità si studiassero al VI anno.
Fortunatamente si era ricordato che il sotterraneo della prova sorge
proprio sopra le vasche di purificazione. E un demone è pur sempre
un demone.
Aveva fatto saltare un
pezzo di soffitto, annaffiando il demone per indebolirlo in modo da
avere la meglio su di lui senza usare nessun incantesimo che non
avrebbe dovuto conoscere. Ma gli insegnanti non avevano apprezzato la
sua capacità di pensiero laterale e lo avevano punito con due
settimane di lavoro all'Ufficio Materiali Didattici1.
In tutta onestà,
lavorare al UMD non sarebbe stata una brutta esperienza, se non fosse
stato per un regolamento scolastico che rasentava l’ottusità.
L’avevano messo a
sintetizzare composti, ma senza usare l’alchimia perché il
suddetto regolamento, per ragioni di sicurezza, permetteva l’uso
dei cerchi alchemici di trasmutazione complessi solo agli studenti
che avevano superato il V anno. E poco importa se lui era talmente
bravo in alchimia da essere stato ammesso ai corsi avanzati
nonostante fosse ancora al IV.
<<Stupido
regolamento! E maledetti i professori e il loro perverso senso di
giustizia.>> Pensò
Almeno lo avevano
promosso in Teoria e Tecniche di Combattimento, nonostante a loro
dire la prova d’esame consistesse nell'essere sconfitto.
<<Si tratta di una
prova impossibile,>> gli aveva spiegato Gertrude Sika, la
professoressa di Combattimento, <<vi abbiamo fatto lottare
contro un avversario molto superiore alle vostre capacità per
valutare come affrontate il fallimento.>>
Una totale idiozia a suo
parere, ma utile secondo i professori per insegnare ai futuri
Eregorius ad affrontare la morte.
<<Perché gli
Eregorius devono svolgere missioni molto pericolose, spesso senza
informazioni o mezzi adeguati. Alle volte le missioni si rivelano
superiori alle loro capacità eccetera eccetera…>> Pensò
con una smorfia ricordando il sermone della preside. Come se a lui
importasse diventare Eregorius. Che intraprendesse la carriera
militare era la fissazione dei suoi insegnanti, in primis del suo
tutore, Omoro Flameling, per il quale uno dei futuri rappresentanti
dei maghi al Goldor non poteva che essere un Eregorius.
Purtroppo, in quanto
Snake, alla maggiore età gli spettava di diritto un posto nel
Conclave indipendentemente dal livello dei suoi poteri2,
cosa che lo avrebbe reso automaticamente anche uno dei rappresentanti
dei maghi. In virtù di ciò tutti continuavano a ripetergli che il
suoi destino era servire il Goldor come i suoi antenati.
<<Idioti!>>
Pensò con fastidio. <<I miei antenati si sono sempre e solo
serviti del Goldor!>> Una delle prime cose che gli avevano
insegnato da piccolo era la storia della sua famiglia, e aveva letto
parte dei diari che ogni suo antenato aveva diligentemente scritto da
quando la casata era stata fondata. Nessuno Snake aveva mai servito
il Goldor, né altra istituzione da almeno un paio di ere. Al massimo
i suoi predecessori erano scesi a patti con i regni del mondo esterno
per perseguire i loro scopi.
<<Cosa che
dovrei fare anche io!>> Gli suggerì quella parte di lui
che parlava con la voce di Mojo e la sua irritazione aumentò in modo
esponenziale.
Razionalmente si rendeva
conto che l’Alleanza era stata una scelta obbligata e,
nell'interesse del suo popolo, avrebbe fatto bene ad instaurare
buoni rapporti con le autorità locali, ma nessun possibile vantaggio
politico o economico riusciva a fargli piacere l’idea di lavorare a
Kadma. L’attuale Goldor era formato da un branco di idioti
litigiosi e il Conclave era una manipolo di vecchi bacucchi più
interessati a conservare i propri privilegi che a governare il paese.
Se fosse dipeso da lui
avrebbe mandato tutti a quel paese e se ne sarebbe tornato a casa sua
a Mardok. In effetti non desiderava altro che tornare a casa e farla
finita con questa sottospecie di scuola dove l’avevano trascinato
contro la sua volontà all'età di 13 anni.
<<Hai delle
responsabilità!>> Gli ricordò la voce mentale di Aris.
Sigmund fece una smorfia.
Odiava Aris quando aveva ragione.
Mentre saliva la
scalinata centrale una folata di vento gli scombinò i capelli, che a
lezione portava sempre pettinati all’indietro, e lo riportò alla
realtà. Il ragazzo indugiò a guardare il panorama da una delle
finestre che erano state aperte per far entrare nella scuola l’aria
primaverile.
<<Una prigione,
anche se ben ventilata, è sempre una prigione!>> Si disse,
citando la famosa battuta attribuita a Malvius1.
<<Con questo tempo, me ne andrei volentieri nella foresta
cercare qualche pianta rara invece che a quello stupido esame!>>
Pensò aggiustandosi i capelli. Aveva bisogno di fare pratica in
pozioni ed erboristeria, ma le serre dell’Arpa, sebbene molto
fornite, erano inutili per i suoi scopi. A parte che ci volevano
un’infinità di permessi anche per avere un filo d’erba, non
l’avrebbero mai autorizzato ad usare le piante che gli servivano.
Anzi, non potevano proprio autorizzarlo. Sempre per via della sua età
e di quello stupido regolamento.
E poi l’esame di
Mentalica doveva sostenerlo, anche se probabilmente sarebbe stato
troppo semplice. Il livello della sua classe non era gran ché e
stavano ancora studiando le nozioni di base che erano di una noia
mortale.
Con un sospiro imboccò
il corridoio che segnava l’inizio della Zona Rossa che, ad
ulteriore riprova della totale mancanza di fantasia per i nomi della
gente di Arda, era chiamata così per via del colore dominante di
decorazioni e suppellettili. La scuola, che era tale solo di nome
visto che aveva le dimensioni di una piccola cittadina, era stata
divisa arbitrariamente in quartieri ad ognuno dei quali era stato
assegnato un colore che veniva usato per tetti e porte, per le
cornici delle finestre, per quelle dei quadri e per ogni altra
decorazione. A parte questa differenza cromatica, gli edifici
dell’ARPA erano tutti uguali. Blocchi di marmo quadrati o
rettangolari puntellati da archi e colonne, talmente pieni di statue
ed altri abbellimenti che solo la magia impediva loro di creparsi e
crollare. L’interno era formato da corridoi e stanze con mura e i
pavimenti bianchi e lucidi e massicce colonne che reggevano i tetti a
spiovente e dividevano le pareti in riquadri regolari. Porte e
finestre, riccamente decorate, si aprivano rigorosamente al centro di
ogni riquadro in barba a qualunque principio di
praticità mentre i riquadri vuoti erano riempiti con dipinti,
statue, mobili in legno intagliato e ogni altro genere di
suppellettile.
Sigmund represse una
smorfia. Ogni volta che attraversava un corridoio, il che accadeva
spesso visto che abitava nella scuola, aveva la sgradevole sensazione
di trovarsi in un sanatorio mal gestito. Chi aveva progettato il
complesso si era evidentemente ispirato all'architettura elfica, ma
con risultati mediocri. L’ARPA non aveva nulla dell’armonia e
della delicatezza delle città elfiche e il suo ordine ostentato era
opprimente. In più di una occasione era stato preso dell’impulso
di sfondare le pareti semplicemente per poter respirare.
Entrò nell’aula e si
affrettò a sedersi nel suo banco in ultima fila, salutando i suoi
compagni con un distratto buon giorno detto solo per abitudine.
Fortunatamente il professore non era ancora arrivato. Gli altri
alunni erano già tutti in aula, impegnati a parlottare tra loro e a
ripassare in preda all'ansia per la prova. Nessuno rispose al
saluto di Sigmund, cosa a cui lui non faceva più caso. Buona parte
degli studenti aveva iniziato ad ignorarlo dopo che, a metà del
primo anno, si era vendicato delle angherie di Goffredo Badin e dei
suoi amici sostituendo il loro sapone liquido con estratto di Orgran1
iperconcentrato ad effetto ritardato. Tutto il gruppo di bulli era
finito in infermeria per tre mesi, e benché nessuno degli studenti
colpiti fosse particolarmente amato, tutti erano stati d’accordo
sul fatto che Sigmund avesse esagerato. In fondo Goffredo aveva solo
cercato di farlo entrare in piedi nel water.
Passando tra i banchi,
Sigmund notò Pakins che armeggiava con i suoi appunti in preda alla
disperazione e si lasciò scappare l’ennesima smorfia della
giornata. Pakins era in assoluto il peggior studente della scuola e
Sigmund era certo che avrebbe fallito la prova.
Nicolas Pakins era un
ragazzo bassino e paffutello con gli occhi e i capelli castani e il
viso da orsetto. Non era molto intelligente ed era così impacciato
ed imbranato che suscitava la solidarietà e la compassione dei suoi
compagni. Sigmund provava una repulsione istintiva nei suoi
confronti. Probabilmente perché era capace solo di piangersi addosso
e di approfittare della bontà altrui.
La sua reazione di
disgusto non passò inosservata, causando molte occhiatacce, ma lui
notò solo il cipiglio di Ellyone Narwhall, l’unica creatura della
scuola capace di fargli perdere le staffe. La ragazza era seduta in
seconda fila a parlare con i suoi due migliori amici, Thomas
DelaFleur e Maxine Fallon.
Erano tre degli studenti
più popolari della scuola. Ellyone era una ragazza lentigginosa con
i capelli ricci tanto rossi da sembrare fuoco. Di buon carattere,
seria e giudiziosa, a detta di tutti era una studentessa modello e
Sigmund la detestava perché non faceva altro che riprenderlo con un
odioso atteggiamento da capoclasse. Maxine aveva gli occhi e i
capelli castani ed era più bassa dell’amica, ma molto più
formosa. Allegra e spontanea, era molto apprezzata dai suoi compagni,
soprattutto maschi, non esattamente per il suo carattere. Thomas era
un ragazzo di statura media, con gli occhi e i capelli neri. Non era
particolarmente bello, ma gli occhiali gli davano un aria
intellettuale che piaceva molto alle sue compagne.
I maghi, naturalmente,
potevano curare con la magia difetti molto più gravi della miopia,
ma una vecchia legge mai abrogata, la Sezione 610, vietava ai
minorenni di usare la magia per migliorare o correggere il loro
aspetto, tranne nel caso di gravi lesioni o malformazioni che
potevano mettere in pericolo la vita del mago. Sigmund era
personalmente contrario all'uso della magia per fini estetici, ma
considerava questa legge stupida e troppo restrittiva. La correzione
dei difetti di vista non aveva a che fare con l’estetica. Gli
occhiali erano un impedimento per lo studio, soprattutto nelle prove
pratiche, perché potevano essere persi. Sigmund era sicuro che
nessuno avrebbe protestato se DelaFleur avesse chiesto di fare uno
strappo alla regola, tanto più che durante la guerra la Sezione 610
era stata infranta in più di una occasione. Inoltre Thomas DelaFleur
era il favorito dei professori e l’idolo della scuola. Sua madre,
Edvige DelaFleur, era uno degli Eregorius che avevano sconfitto
l’Innominato e aveva perso la vita nello scontro. Rimasto orfano,
Thomas era stato adottato da Aurus Serinus, Primo Consigliere del
Goldor. Si era mostrato subito molto precoce e dotato di grande talento
e, da quando aveva iniziato i corsi regolari, era sempre stato il
primo in tutto, con grande soddisfazione di Serinus, degli insegnanti
e apparentemente del Goldor tutto. Oltre ad essere un genio, era
anche buono, modesto e altruista e per questo tutti lo amavano, con
la sola eccezione di Sigmund che lo considerava un pallone gonfiato.
<<Non capisco cosa
abbia contro Nicky!>> Esclamò Ellyone, lanciando un’occhiata
di traverso a Sigmund. <<Chi?>> Chiese Maxine. <<Ah!
Snake! Ti prego, lascialo perdere.>> Si affrettò ad aggiungere
temendo lo scoppio di uno dei soliti litigi.
Fortunatamente l’arrivo
del professor Oki evitò ogni possibile discussione.
Edgar “topo da
biblioteca” Oki era un omino piccolo piccolo, con gli occhi a
mandorla tanto stretti da sembrare perennemente chiusi. Vestiva
sempre con lunghe tuniche marroni che lo facevano sembrare un topo di
campagna e girava carico di libri. Per questo, gli alunni lo avevano
ribattezzato “topo da biblioteca”, nel senso letterale del
termine. Sebbene sembrasse un tipo inoffensivo, doveva essere un mago
molto potente, visto che la materia che insegnava, la Mentalica, era
una delle più difficili del quarto anno e a dire il vero di tutti
quelli successivi. La Mentalica consisteva nell'uso della magia
senza supporti materiali, come bacchette o bastoni, ed era un arte in
cui riuscivano solo i maghi più potenti. I rudimenti, però,
dovevano essere insegnati a tutti.
Oki posizionò i suoi
libri al lato della scrivania e iniziò a spiegare che oggetto della
prova era la levitazione. Gli studenti, a turno, dovevano sollevare
un foglio di carta, ruotarlo su se stesso e riposizionarlo sulla
cattedra senza perdere il controllo dell’incantesimo.
Sigmund represse
l’istinto di alzare gli occhi al cielo.
<<Non solo
semplice! Anche noioso e banale!>> Pensò, irritato, ma
incrociò le braccia e si costrinse ad osservare la cattedra.
Tranne nel caso di
DelaFlour, che non solo riuscì a compiere l’esercizio senza
problemi, ma dietro richiesta del professore sollevò e fece ruotare
un paio di libri tra lo stupore generale, le performance furono così
deludenti che non poté evitare allo sconforto di deformargli il
viso.
Un paio di studenti, tra
cui la Narwhall, riuscirono quasi a completare la rotazione del
foglio, ma i più furono capaci solo di sollevarlo. Il peggiore, come
Sigmund aveva previsto, fu Pakins che non riuscì a convincere il suo
foglio a muoversi. Sigmund fu l’ultimo ad essere chiamato e si alzò
pigramente dal suo banco. Venne accompagnato alla cattedra da
numerosi sguardi di sfida che nascondevano il desiderio di vederlo
fallire almeno per una volta. Lui aveva ottimi voti in tutte le
materie come DelaFleur, ma mentre DelaFelur era oggetto di universale
ammirazione verso di lui gli altri studenti mostravano solo fastidio
e disappunto. Probabilmente era dovuto al fatto che non fingeva
modestia. Era consapevole di essere più bravo degli altri e lo
diceva apertamente, ma quegli sciocchi dei suoi compagni si
offendevano invece di apprezzare la sua onestà.
Non avrebbe mai capito la
gente del mondo esterno.
L’atteggiamento degli
altri studenti lo irritava a tal punto che avrebbe voluto far ballare
una yolda1
tutti i libri di Oki solo per dare uno schiaffo morale a tutti.
<<Non pensarci
neppure!>> Tuonò la solita voce nella sua testa. <<Non
possiamo farci scoprire per un capriccio.>>
A malincuore Sigmund si
limitò a eseguire l’esercizio in maniera perfetta, per poi tornare
al suo banco con assoluta indifferenza. Se non poteva battere
DelaFleur voleva almeno essere il migliore di tutti gli altri.
Incassò comunque con soddisfazione il “mooolto bene” del
professore e le occhiate di meraviglia dei compagni e il suo umore
migliorò un po’.
Al termine della lezione
gli studenti si riversarono nei corridoi per raggiungere l’aula di
Evocazione nell'Area Grigia.
Maxine, Ellyone e Thomas
cercavano di consolare Nicolas per la sua pessima prova.
<<Non abbatterti!>>
gli disse Thomas, dandogli una pacca sulla spalla, <<la
Mentalica è una pratica difficile. Non tutti riescono al primo
colpo.>>
<<Devi anche
considerare che non hai potuto allenarti molto perché eri di turno
alle serre.>> Si affrettò ad aggiungere Ellyone. <<Il
professore ne terrà conto. Se avessi potuto studiare meglio…>>
<<Avrei fallito
ugualmente!>> La interruppe Nicolas. <<Ammettiamolo! Sono
un totale incapace! Dovrei lasciare la scuola.>>
<<Non sarebbe una
cattiva idea!>> Borbottò Sigmund che aveva inavvertitamente
ascoltato lo scambio di battute.
<<Che vorresti
dire?>> Ellyone si girò di scatto scoccandogli
un’occhiataccia.
Sigmund era sorpreso dal
fatto che la Narwhall lo avesse sentito a più di un git1
di distanza nonostante non vantasse le sue doti. La sua discendenza
gli aveva garantito sensi molto più sviluppati degli altri maghi,
che un addestramento specifico e le circostanze avevano acuito
ulteriormente. <<Probabilmente ho solo parlato a voce
alta.>> Gli disse il suo buon senso. Aveva incontrato
grosse difficoltà ad adeguarsi alle regole della comunicazione
verbale della gente di Kadma e a volte gli capitava di alzare il tono
di voce senza volere. Lo stesso buon senso gli suggerì di ignorare i
suoi compagni e di recarsi a lezione, ma era annoiato e la Narwhall
aveva una tale espressione di sfida che non resistette alla
tentazione di rispondere. Si avvicinò lentamente al gruppo con le
vesti nere che ondeggiavano ad ogni suo passo, e nel vederlo Nicolas
deglutì, più per ammirazione che per paura.
La divisa dell’ARPA era
formata da un paio di pantaloni neri, tenuti in vita da una cintura
dorata, e da un maglione anch'esso nero a collo alto con le
rifiniture in oro. Su questo vestito si indossava una tunica di
velluto nero rivestita internamente di rosso per gli uomini e verde
per le donne. Sul petto della tunica era impresso in oro il simbolo
del Goldor: la fenice sul sole che sorge. Questa divisa esaltava
notevolmente il fisico di Sigmund che era oggetto di ammirazione
anche da parte dei suoi nemici più accaniti (i quali tuttavia
affermavano che a parte la bellezza, la straordinaria intelligenza e
il talento per la magia, non avesse nessun’altra dote di rilievo).
Sigmund Snake infatti era
alto e con un fisico aggraziato. Aveva capelli tanto biondi da essere
quasi bianchi, grandi occhi grigio argento e tratti delicati che
sembrava fossero elementi estetici molto apprezzati nel mondo
esterno. L’essere considerato bello era stata una vera sorpresa per
Sigmund, visto che a Mardok nessuno aveva mai mostrato particolare
interesse per il suo aspetto, e all’inizio aveva pensato ad un modo
per prenderlo in giro. Ma in breve era stato costretto a riconoscere
che l’apprezzamento degli abitanti di Kadma era autentico, cosa che
aveva rafforzato la sua convinzione di essere finito in una gabbia di
matti.
<<Potresti trovare
un buon impiego statale a Taris, si dice che lì non siano molto
schizzinosi.2>>
Disse sorridendo a Pakins che arrossì furiosamente e indietreggiò
di un passo.
<<Non è il caso
che Nicolas rinunci alla sua carriera al Goldor solo perché gli è
andata male una prova.>> Intervenne Thomas con un tono pacato.
<<Pakins va male in
tutte le materie.>> Gli rispose Sigmund. <<In altri tempi
sarebbe già stato sbattuto fuori!>>
<<Come ti
permetti!>> Disse Ellyone. <<Se c’è qualcuno che
dovrebbero sbattere fuori quello sei tu!>>
<<E perché mai?
Sono un…>>
<<Attento a
quello che dici!>> Lo ammonì Aris. L’avviso gli permise
di correggersi in tempo.
<<…un vero mago,
io!>>
Purtroppo per Sigmund, le
sue parole furono male interpretate.
Tutti sapevano che il
padre di Nicolas era un comune umano, cioè privo di poteri magici.
La cosa non era di per sé un limite perché la magia si trasmetteva
con il sangue e il figlio di un mago era, a sua volta, un mago anche
se aveva un genitore comune. In un lontano passato c’erano state
controversie tra i maghi puri e i mezzosangue, ma le questioni
razziali erano state spazzate via dalla guerra e da 700 anni di
convivenza forzata. Tuttavia, era ancora considerata un’offesa
ricordare ad un mago le sue origini comuni ed Ellyone, pensando che
l’obiettivo di Sigmund fosse appunto quello, perse le staffe.
<<Ma come ti
permetti! Tu…Tu…>> Strillò puntandogli contro un dito
accusatore.
Il ragazzo si stupì per
quella reazione spropositata, ma prima di poter chiedere chiarimenti
sul perché la Narwhall fosse così oltraggiata, Thomas si frappose
tra loro per mettere pace e Sigmund non riuscì a reprimere l’istinto
di mandarlo a quel paese. Aveva appena finito la frase che la voce
della professoressa Griffin, la direttrice della scuola, tuonò alle
sue spalle. <<Cosa succede qui?>> Queste parole fecero
sobbalzare tutti.
Agata Griffin era una
donna di mezza età che da giovane doveva essere stata molto bella.
Aveva i capelli neri striati di bianco e un espressione seria
perennemente dipinta sul viso. Gli studenti la temevano per il suo
carattere inflessibile e severo e la chiamavano la “Lady di Ferro”,
o vecchia zitella e arpia quando erano sicuri che nessun professore
ascoltasse.
La Griffin trapassò
Sigmund con lo sguardo. <<Signor Snake! Non starà di nuovo
attaccando briga con i suoi compagni?>>
<<Stavamo solo
chiacchierando, signorina.>> Si affrettò ad intervenire
Thomas.
<<Non ho bisogno
che tu mi difenda, DelaFleur!>> Pensò Sigmund e si accorse che
aveva espresso ad alta voce i suoi pensieri. La cosa parve non
piacere alla Griffin, ma la professoressa si limitò ad intimare a
tutti di affrettarsi a raggiungere l’aula di Evocazione. Sigmund
lasciò il gruppo scoccando un’occhiata in tralice a Thomas. Era
uno dei pochi studenti che aveva un’opinione positiva di lui e che
aveva cercato di diventare suo amico, ed era l’unico che ancora
perseverava nell'intento. Non era mai riuscito a capire a cosa
mirasse con la sua gentilezza.
Gli altri ragazzi si
affrettarono a seguire il suo l’esempio.
<<Lei no,
signorina Narwhall. Ho bisogno di parlarle. Venga con me in
presidenza. Il professor Kibir è già stato avvisato.>>
Ellyone sorpresa seguì
la direttrice mentre gli altri si diressero verso l’aula di
Evocazione parlottando sull'accaduto, non appena la Griffin fu a
distanza di sicurezza.
<<Chi sa perché le
vuole parlarle? Spero non sia successo nulla!>> Disse Maxine.
<<Cosa dovrebbe
essere successo?>> Domandò Thomas <<Sarà semplicemente
arrivata una comunicazione di suo padre.>>
<<Veramente la
Griffin mi sembrava… “accigliata.”>> Commentò Nicolas.
<<La vecchia
zitella è sempre accigliata! Dovrebbe trovarsi un uomo!>>
Rispose Maxine.
A Thomas non piacque la
battuta. <<Maxine! Non dovresti parlare così della
direttrice!>>
Per suoi compagni Thomas
aveva un unico piccolo difetto. Non gradiva che si parlasse male dei
professori. Difetto che gli era perdonato, visto che gli insegnanti
della scuola erano in un certo senso la sua famiglia. Fino a pochi
anni prima, l’Arpa era stata sede di alcuni importanti uffici del
Goldor e molti funzionari all’epoca soggiornavano nella scuola.
Anche il Sommo Serinus vi aveva vissuto a lungo, portando Thomas con
sé. Normalmente, ai bambini non era permesso restare all'Arpa per
più di 7 giorni, ma nel suo caso era stata fatta un’eccezione, per
cui Thomas aveva trascorso molta della sua infanzia nella scuola.
Solo altri due bambini avevano avuto lo stesso previlegio. Sigmund
Snake perché, rimasto orfano, era stato affidato a Omoro Flameling,
professore di Pozioni, e Anthony Benedict la cui madre, che come
molti Eregorius durante la guerra aveva dovuto sacrificare la
famiglia alla patria, aveva deciso che avrebbe personalmente
cresciuto almeno il più piccolo dei suoi figli e nessuna autorità
era stata in grado di impedirle di tenere il bambino con sé nei
lunghi periodi di soggiorno all’Arpa.
<<Almeno ci ha
liberato di Snake!>> Affermò Nicolas per cambiare discorso.
<<Ma non l’ha
punito!>> Sbottò Maxine. <<Non è giusto che quello la
passi sempre liscia. Solo perché è uno Snake!>> E continuò a
lamentarsi dell’ingiustizia dei privilegi riconosciuti a Snake fino
a quando non furono in aula.
Era opinione comune tra
gli studenti che i professori trattassero Sigmund Snake con troppo
riguardo, e tutti imputavano la cosa alla sua famiglia.
La famigli Snake era
potente e ricca, e molti dei suoi membri si erano distinti nell’uso
della magia. In particolare l’Arcimago Daneel Snake era stato uno
dei creatori della barriera che proteggeva Kadma. La ricchezza della
famiglia era dovuta al fatto che dalla V era gli Snake governavano le
terre di Mardok nell'Aras-Nai o, in lingua volgare Valle della
Morte. Una piccola valle nell’estremo nord del continente, che era
completamente circondata dai Monti Invalicabili. Nell’Aras-Nai
erano situati i più ricchi giacimenti del pianeta di Oricalco,
Mitrill e numerosi altri materiali fondamentali per la creazione di
artefatti magici. Per lungo tempo l’estrazione era stata
impossibile a causa dell’Aura, una fitta nebbia che occupava quasi
tutta la valle e si estendeva e ritraeva come la marea ricoprendo
periodicamente anche le miniere. Secondo gli esperti la presenza di
minerali ad alto valore magico era da imputare proprio all’azione
dell’Aura, sebbene nessuno fosse mai riuscito a spiegare il
fenomeno.
Le leggende di numerosi
popoli accennavano alla valle. Secondo alcune l’Aura era il confine
con il regno delle ombre, secondo altre era il frutto della morte di
un Arcano o di un incantesimo impossibile. Per i Nani tutto il
complesso dei monti invalicabili era la prigione del più pericoloso
dei mali del mondo, mentre la tradizione Elfica voleva che l’Aura
fosse un potente campo magico creato dai Draghi per proteggere la
loro dimora. Nessuno aveva mai potuto verificare queste leggende
perché l’Aura aveva il piccolo effetto collaterale di uccidere
tutto ciò con cui entrava in contatto, batteri compresi. Per questa
ragione era pericolosissimo avvicinarsi alla valle. Per millenni
dalla scoperta dei giacimenti tutti i regni di Arda avevano
periodicamente perso possesso della zona e cercato senza successo un
modo economico e poco rischioso per estrarre i materiali. L’Aura,
infatti, aveva anche la proprietà indebolire la magia fino ad
annullarla del tutto, per cui neanche i maghi erano mai riusciti
nell'impresa.
La soluzione al problema
fu trovata da Menerik Snake. Studiando l’Aura, Menerik era riuscito
a sviluppare un tipo di magia capace di resistere alla sua vicinanza.
Con alcuni suoi fedeli, aveva preso possesso dell'Aras-Nai,
all'ingresso della quale aveva fatto costruire la fortezza di
Mardok. Molti regni avevano rivendicato il possesso della valle, ma
non erano mai riusciti a scacciare gli Snake. Da un lato, la loro
fortezza era inespugnabile perché poteva essere raggiunta senza
pericolo da un unico passaggio, il passo di Mardok, pesantemente
protetto dalle truppe fedeli alla famiglia. Dall’altro, gli Snake
si erano sempre rifiutati di rivelare il segreto dalla loro magia e,
anche se fossero stati cacciati, i vincitori non avrebbero mai saputo
come sfruttare le miniere. Alla fine, la Disputa delle Miniere si era
risolta a favore della famiglia Snake grazie all’intelligenza di
Nerissa Snake. Nerissa aveva formalmente riconosciuto l’autorità
della Federazione degli Stati di Arda, impegnandosi a fornire agli
stati membri materiale magico dietro equo compenso1.
Agli Snake restava la proprietà di Mardok e della valle e il
permesso di sfruttamento in eterno delle miniere. A Nerissa si deve
anche la soluzione del problema della mano d’opera da impiegare nei
lavori di estrazione che, anche se non più antieconomici grazie alla
magia, restavano lunghi e difficili. La maga aveva suggerito di
impiegare i criminali, proposta che era stata accolta con entusiasmo
in tutta la Federazione. Erano gli anni in cui si era affermato ad
Arda il movimento contro la pena di morte e, sotto la spinta
dell’opinione pubblica, molti stati avevano riformato il loro
ordinamento. Si era però creato il problema di cosa fare di coloro
che si erano macchiati di crimini efferati. A molti non sembrava né giusto
né economico mantenerli in prigione a spese dei contribuenti. La
soluzione di permettere loro di riabilitarsi lavorando per il bene
collettivo era sembrata la più sensata e giusta. Ma le condizioni di
vita nelle miniere erano tali che in poco tempo, nella cultura
popolare, la condanna alla reclusione a Mardok era diventato sinonimo
di “punizione peggiore della morte”.
Così gli Snake si erano
arricchiti, ma avevano acquistato una brutta fama, che la guerra non
aveva fatto altro che aumentare. Nonostante fosse una fonte
strategica di rifornimenti per i suoi nemici, l’Innominabile aveva
sempre ignorato Mardok. Così l'Aras-Nai era stata l’unica terra,
oltre Kadma ad evitare l’occupazione, e la cosa aveva fatto nascere
molte domande. Si sospettava che gli Snake praticassero la magia nera
da generazioni, anche se nessuno aveva mai trovato prove sufficienti
contro di loro, e se qualcuno le aveva trovate, non era sopravvissuto
abbastanza per raccontarlo. Gli Snake, comunque, avevano continuato a
rifornire Kadma di materiali magici durante tutto il conflitto
attraverso il Portale dei due Fuochi, una porta magica creata da
Daneel Snake e dal Sommo Maestro degli elfi Anthares ai tempi della
costruzione della barriera, proprio al fine di garantire i
collegamenti tra Kadma e Mardok. Così, contro la famiglia non era
mai stata ufficializzata alcuna accusa.
Sigmund era l’unico
erede degli Snake. Sua sorella maggiore e sua madre erano morte in un
incidente quando aveva quattro anni e suo padre era deceduto durante
la rivolta di Mardok. Aveva un solo parente in vita, il fratello di
sua madre, con cui tuttavia non era in buoni rapporti perché mirava
solo ad impadronirsi dei suoi beni. E questa era la ragione per cui
non era stato affidato ai suoi zii, ma ad Omoro Flameling che lo
aveva portato con lui all'Arpa nonostante fosse troppo piccolo per
seguire le lezioni. I suoi zii, tuttavia, avevano ottenuto dal Goldor
la gestione delle miniere fino alla sua maggiore età, che per i
maghi è a 25 anni. Per fortuna, Mardok aveva le sue protezioni. Non
erano sufficienti per allontanare tutti gli Eregorius che avevano
occupato la valle approfittando dell’assenza di un Reggente, ma
erano perfettamente in grado di agire su menti deboli come quelle dei
suoi stolti parenti. I suoi zii erano velocemente caduti vittima del
potere di Mardok e ne avevano lasciato la gestione al comandante
Baffin, ex guardia personale di suo padre.
Tutti
consideravano Mardok un luogo inospitale e lugubre, ma chi l’aveva
visitato riteneva che questa opinione fosse troppo generosa. Per
questo nessuno riusciva a capire perché Sigmund Snake desiderasse
tornarci. Ma Sigmund era dotato del Terzo Occhio e aveva visto la
vera essenza dell’Aura. Dietro l’apparenza di morte aveva trovato
la vita; ma soprattutto aveva trovato i Draghi.
Note:
1 L’Ufficio Materiali Didattici (UMD) è l’organo dell’ARPA che si preoccupa di procurare o realizzare i materiali per le lezioni sia teoriche che pratiche.
4Organ: pianta urticante molto diffusa nelle foreste delle regioni occidentali del continente.
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1 L’Ufficio Materiali Didattici (UMD) è l’organo dell’ARPA che si preoccupa di procurare o realizzare i materiali per le lezioni sia teoriche che pratiche.
2Uno dei requisiti per essere ammessi al Conclave è essere un mago o un elfo di livello VII secondo la classificazione di S.G. Chang, mago vissuto nella V era. Tale classificazione distingue per i maghi e per gli elfi 8 livelli crescenti di potere. Il livello viene assegnato da apposite commissioni a seguito di prove specifiche volte a valutare le abilità dei candidati (per una descrizione più dettagliata vedi nota 4 del capitolo 5)
3Malvius, era sconosciuta. Studioso a cui sono attribuiti importanti testi di magia nera tra cui il Libro Nero conservato nella Biblioteca di Flamelia. Malvius è una figura mitologica nella cultura dei maghi e su di lui si raccontano numerose leggende. La storia a cui fa riferimento Sigmund è quella del soggiorno forzato del mago presso l’antica città di Erena nell’isola di Altrove. Secondo la leggenda il governo cittadino aveva vietato al mago di abbandonare la città, ma gli aveva assegnato un sontuoso palazzo con molti servitori che organizzavano eventi, banchetti e feste in suo onore. Si narra che durante una di queste feste, un invitato avesse trascorso molto tempo ad elencare le meraviglie della città e a sottolineare il suo clima mite nonostante la vicinanza ad un deserto e Malvius gli avesse appunto risposto <<una prigione, anche se ben ventilata, è pur sempre una prigione>>.
4Organ: pianta urticante molto diffusa nelle foreste delle regioni occidentali del continente.
5Yolda: popolare ballo caratterizzato da movimenti frenetici e rapidi.
6Git. Unità di misura elfica pari alla distanza percorsa da un’onda di magia ad alto potenziale nell’unità di tempo in un sistema isolato. 10 git corrispondono ad 1 hagit, 100 git ad 1 rogit, 1000 git a 1 virgit.
7Il suggerimento di Sigmund ha un tono canzonatorio. Taris, una delle città che reggevano la barriera, era abitata prevalentemente da gnomi, elfi silvani e umani noti per il loro carattere bonario e pacifico. Gli abitanti, interessati esclusivamente all’agricoltura e all’allevamento, avevano convinzioni particolari per quanto riguarda la politica e l’amministrazione: i loro rappresentanti e gli impiegati statali erano rigorosamente persone che potremmo definire “medie”, senza alcuna dote particolare. Si riteneva infatti, che il classico “tipo medio” potesse fare meglio gli interessi di tutta la popolazione, in quanto statisticamente più rappresentativo della popolazione stessa. La cosa sembrava funzionare, visto che la regione governata da Taris era una delle più ricche di Kadma, ma nell’immaginario collettivo l’impiegato statale di Taris era l’essere senza qualità per eccellenza, il mediocre in assoluto.
8Secondo il trattato firmato da Nerissa, gli Snake ufficialmente non potevano decidere il prezzo delle partite di materiali magici. La somma da versare per i minerali veniva deciso dal piano finanziario della Federazione, ma alla famiglia Snake era riconosciuto il diritto di decidere quanto minerale cedere per quel prezzo.
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