L'OPERA NERA - CAPITOLO II BY MIRIAM CAPUTO
Capitolo 2
In cui si
parla di un rapporto delle SS
Era una piacevole
mattinata sull'isola di Piccola Ninfea e una leggera brezza
proveniente dal Grande Mare soffiava sulle distese d’erba e sui
boschetti in fiore. Il vento si incanalava nel Piccolo Golfo,
un’insenatura a forma di goccia creata dall'Artiglio, la lunga
penisola che si estendeva sulla costa ovest di Kadma. L’insenatura
era fortemente depressa rispetto al livello del mare a causa
dell’imponente campo magico della Sorgente della Vita e, nello
stretto che separava Piccola Ninfea dalla terraferma, l’acqua che
dal mare si riversava nel golfo formava delle suggestive cascate
battezzate dagli abitanti di Kadma la Scala delle Sirene. In questo
punto, il vento giocava tra le colonne dei Tre Ponti, magnifiche
costruzioni sospese che gli Elfi avevano creato per collegare la
terraferma con Selia, l’unica città dell’isola. La città era
stata costruita proprio nel punto in cui le 100 cascate che nascevano
sul Monte Sorgente si gettavano nel mare, in prossimità della Scala
delle Sirene e rendeva onore al suo soprannome di Città dell’Acqua.
Le torri in marmo e avorio, i palazzi e i giardini con le loro mille
fontane e i numerosi ponti che li collegavano sorgevano direttamente
sul mare e sembravano il frutto del lavoro del vento e dell’acqua
più tosto che delle mani di sapienti costruttori.
Più che per la sua
bellezza, la città era tuttavia famosa per le attività commerciali
che si svolgevano tra i suoi canali. Selia infatti era il più
importante centro mercantile di Kadma e quotidianamente nei suoi
porti arrivavano merci e beni da ogni angolo della regione. Qualunque
cosa si stesse cercando, dai gioielli di Solaria ai vetri di Titana,
dai frutti del Baveron alle armi di Febo poteva essere acquistata nei
mercati di Selia, così come ogni transazione commerciale e ogni
accordo mercantile tra le gilde era firmato tra i canali e le ampie
fontane della città dell’Acqua, che per questo si era meritata il
titolo di Capitale del Commercio.
Tra i canali viaggiavano
quotidianamente centinaia e centinaia di chiatte cariche di merci di
ogni sorta e migliaia di persone intente a gestire i propri affari si
muovevano su imbarcazioni pubbliche e private. Nonostante la presenza
di ponti e strade, infatti, gli abitanti di Selia preferivano
navigare tra i canali su caratteristiche imbarcazioni di forma
allungata dette Zoha, dipinte in delicate tonalità pastello che si
armonizzavano con i marmi e gli stucchi della città. Anche chi
veniva dalla terraferma preferiva viaggiare via mare piuttosto che
attraversare uno dei tre ponti che, quindi, venivano usai quasi
esclusivamente dalle forze dell’ordine.
Quella domenica le acque
del Canal Grande erano più trafficate del solito, complice l’inizio
imminente della Fiera di Primavera e la bella giornata che avevano
attirato mercanti e turisti da tutta Kadma. Una Zoha di colore grigio
sulla cui fiancata spiccava il nome “Regina delle Ombre” in
pesati caratteri gotici scivolava lentamente sull'acqua, incurante
dell’attività che la circondava.
Sulla prua
dell’imbarcazione, Omoro Flameling osservava le eleganti facciate e
i balconi sospesi dei palazzi che si affacciavano sul canale.
Consapevole del clima più che mite della Città dell’Acqua, aveva
indossato dei semplici pantaloni di seta con una giubba nera, sulla
cui spalla destra spiccava ricamato in oro il simbolo del Goldor, e
un leggero mantello, anch'esso nero, che la brezza muoveva
lentamente. Come sua abitudine quando non era all'Arpa o in
contesti ufficiali, non portava monili con i simboli della sua
casata, né altri riferimenti al fatto che fosse un mago, ma era
certo che chiunque lo avrebbe facilmente riconosciuto come tale.
Omoro infatti aveva il tipico aspetto da pozionista. Pallido, viso
maturo di età indecifrabile, un naso importante, capelli neri lisci
e occhi che sembravano fosse scure di energia magica, spalle
leggermente curve come chiunque avesse passato troppo tempo chino sul
suo tavolo da lavoro.
Al momento, il suo
sguardo era fisso su un punto indecifrato del paesaggio. Il sole
creava dei magnifici giochi di luce tra l’acqua e il marmo dei
palazzi che deliziavano la vista e l’aria primaverile invitava a
godere del risveglio della natura, del piacevole caldo e del profumo
dei fiori appena sbocciati.
Purtroppo un Eregorius
non poteva permettersi il lusso di badare a queste cose, soprattutto
se era il direttore di uno dei dipartimenti più importanti del
Goldor. E infatti Omoro non stava osservando il panorama, ma era
impegnato a riflettere sui motivi della convocazione informale a
Selia in quello che almeno sulla carta era il suo unico giorno
libero. Il dover lavorare nei giorni di riposo non era una novità
per il mago. Nei fatti gli Eregorius non avevano diritto a ferie e
quando non erano in missione o si occupavano delle attività dei
dipartimenti a cui erano assegnati, erano impegnati in lavori di
pubblica utilità come l’insegnamento all'ARPA. Questo era tanto
più vero nei periodi di crisi come quello che Kadma stava
attraversando, che aveva visto un’escalation dei crimini legati
all’uso della magia nera. Rituali pericolosi e perversi, furti di
libri proibiti, sparizioni e morti sospette erano ormai all'ordine
del giorno e gli Eregorius erano tutti sovraccarichi di lavoro. Per
il momento almeno, l’opinione pubblica era sotto controllo, ma
Omoro sapeva che non avrebbero potuto continuare a minimizzare o
insabbiare i crimini in eterno. Il loro tempo stava scadendo e presto
o tardi il Goldor avrebbe chiesto al Conclave risposte che al momento
nessuno aveva. Come responsabile del DIS era in prima linea in questa
battaglia, ma quel giorno aveva dovuto tralasciare i suoi numerosi
impegni perché una settimana prima gli era arrivato un elegante
messaggio in cui la Reverenda Figlia, Somma Maestra del Cerchio della
Terra, Idrill di Acquara gli chiedeva di farle visita per una
rimpatriata tra vecchi amici. Nonostante il tono scherzoso del
messaggio e il bigliettino rosa maialino con i bordi ricamati da
fiorellini, Omoro sapeva che dovevano esserci dei seri motivi dietro
quell'invito altrimenti la Reverenda Figlia non avrebbe mai
interferito con il lavoro del suo dipartimento.
Il Dipartimento per le
Indagini Speciali, ribattezzato Sezione Misteri perché nessuno aveva
molto chiaro cosa facessero i suoi membri, era l’organo che si
occupava di tutti i problemi che potevano minacciare il paese che gli
altri dipartimenti non riuscivano a risolvere. Ufficialmente
dipendeva dai Servizi Segreti, per cui la Reverenda Idrill era il
diretto superiore di Omoro e avrebbe avuto libertà di convocarlo in
qualsiasi momento senza fornire spiegazioni. Nei fatti il DIS godeva
di ampia autonomia, tanto che Omoro spesso agiva senza chiedere
permessi e rendeva conto del suo operato direttamente al Conclave.
Tuttavia, neanche Omoro Flameling si sarebbe sognato di ignorare una
richiesta della Reverenda Idrill, e non perché lei era il generale a
capo delle SS1.
Serinus in persona avrebbe attraversato i Monti Invalicabili senza
magia per ascoltare cosa aveva da dire quell'elfa.
La Regina delle Ombre
abbandonò il Canal Grande insinuandosi tra la rete d’acqua di
Selia, tra alti palazzi e giardini sospesi, e scivolò sotto uno
degli archi del Ponte Vecchio, una sottile costruzione in pietra
grigia che si estendeva per tutto il perimetro del Lago Centrale,
circondandolo come un merletto. Sul ponte i soldati della Prima
Milizia erano schierati ordinatamente nelle loro divise azzurre e
bianche e vigilavano sull'accesso al Lago. Il grosso specchio
d’acqua circondava Aldura, l’isola nell'isola. La città di
Selia era stata costruita intorno ad un grande lago in cui
convergevano tutti i principali canali della città. Al centro del
lago si ergeva la piccola isola di Aldura, dove erano stati
costruiti i templi della terra e tutti gli edifici governativi.
Ovviamente l’accesso all'area era vietato ai civili. In altre
circostanze Omoro si sarebbe stupito del fatto che le guardie non
avevano fermato la zoha per visionare i suoi permessi, ma in questo
caso era certo che la Reverenda Figlia li avesse informarti di
lasciar passare indisturbata l’imbarcazione su cui viaggiava.
Inutile dire che la Reverenda Figlia sapeva sicuramente che sarebbe
arrivato con la Regina delle Ombre probabilmente prima ancora che lui
mettesse piede a bordo, forse prima ancora che lui scegliesse
quest’imbarcazione tra le tante. Ancora più inutile era chiedersi
come facesse a saperlo. Le risorse della Reverenda Idrill avevano del
miracoloso. <<Se ci fosse una così alla Sezione Misteri!>>
Pensò Omoro, incerto se desiderare una tale eventualità o esserne
terrorizzato.
La Regina delle Ombre
approdò al piccolo molo del Palazzo d’Estate, un complesso di
edifici bassi e torrette che sorgeva nella zona est di Aldura proprio
a rimpetto del lago. Nessuno sapeva con precisione quale fosse la
funzione originale del palazzo, ma da molto tempo ormai era stato
adibito a residenza dei Reverendi Figli della Terra. Molti comuni, e
in vero anche numerosi maghi, si chiedevano perché i Figli della
Terra avessero rinunciato ad vivere nella Torre Azzurra che dominava Aldura ed era
una delle costruzioni più ammirate di Kadma. Era un ampia torre che
sembrava essere stata scolpita in una specie di roccia grigio azzurra
simile al vetro, ma resistente come il mitril. Era stata creata con
la magia nella notte dei tempi, usando conoscenze che purtroppo erano
andate perdute. Ne esisteva solo un’altra simile, la Torre Bianca
di Namis, che era sede del Cerchio della Luce. Tenendo conto che
buona parte dei Figli della Terra erano Silvani, Omoro sospettava che
il loro rifiuto di vivere nella Torre fosse dovuto al fatto che nella
zona dove sorgeva ci fosse troppo poco verde. Il Palazzo d’Estate
invece si trovava in una specie di fitta foresta nella quale si
alternavano con grazia edifici, prati verdeggianti e alberi
rigogliosi.
Sul molo due Figli
attendevano pazienti il suo arrivo.
<<Il Colonnello
Omoro Flameling, immagino.>> Un'elfa con i capelli tendenti
al grigio scuro dagli occhi grandi e i modi cordiali gli si avvicinò
non appena scese dalla Zoha. <<Sono Odessa>> si presentò
porgendogli la mano che Omoro strinse brevemente. <<E Io sono
Meren>> aggiunse un giovane elfo con un sorriso luminoso come i
lunghi capelli biondo oro che portava annodati in una treccia dietro
la testa. <<Siamo lieti di averti al Palazzo d’Estate. La
Reverenda Idrill ci ha mandato ad accoglierti.>> Odessa
indossava un vestito corto azzurro a bretelline con un motivo
floreale ricamato sui bordi, mentre Meren un paio di pantaloni
azzurri che arrivavano al ginocchio e una casacca bianca scollata a
mezze maniche, fermata in vita da una sottile cintura. Entrambi
avevano fiori intrecciati tra i capelli come era uso tra i Silvani in
primavera e i loro modi erano rispettosi, ma molto poco formali.
Anche questa era una caratteristica tipica degli elfi Silvani.
I due si offrirono di
fare da ciceroni ad Omoro durante il percorso nel palazzo come se lui
non vi fosse mai stato. Il mago sapeva che Odessa e Meren gli
avrebbero fatto visitare qualche sala, perché questo era il modo cui
gli elfi Silvani intrattenevano i loro ospiti per alleviare la loro
attesa, prima che potessero essere ricevuti. Anche se onestamente non
aveva voglia di fare il turista, sarebbe stato molto scortese
rifiutarsi di seguire le usanze dei Silvani nelle loro terre, per cui
si ritrovò a discutere amabilmente del suo viaggio fino a Selia e
delle meraviglie del palazzo.
Dopo un interminabile
cammino tra corridoi, atri e giardini, il mago fu introdotto in un
piccolo parco e gli fu comunicato che la Reverenda Figlia lo
attendeva nei pressi del salice vicino al ruscello. Odessa e Meren
spiegarono di aver avuto istruzioni precise di accompagnarlo solo
fino li e si congedarono lasciando il mago ad affrontare da solo una
distesa interminabile di alberi verdi e piante, tra cui ovviamente
non c’erano sentieri o indicazioni di sorta.
<<Si dice che
solo gli elfi sanno orientarsi qui dentro!>> Pensò con
sarcasmo osservando la parete verde che lo dominava quasi minacciosa.
Omoro si incamminò tra gli alberi sospirando. Avrebbe dovuto
aspettarsi qualcosa del genere da Idrill.
Omoro Flameling era uno
dei 37 maghi più potenti del pianeta così trovò facilmente il
salice nonostante la vegetazione rigogliosamente intricata. Sotto di
esso, la Reverenda Figlia era seduta a gambe incrociate intenta a
leggere dei documenti, circondata da una cospicua dose di carte varie
che sembravano disposte più o meno casualmente sul terreno. L'elfa
era notevole per il suo aspetto, inusuale tanto tra i silvani che tra
i grigi. Pelle scura, capelli ramati e occhi dorati erano tratti rari
tra gli elfi, già presi singolarmente. La probabilità che
apparissero tutti insieme era veramente bassa. A questo aspetto
esotico si aggiungeva la peculiarità del suo atteggiamento. Idrill
aveva un’aria perennemente assente, come se la sua mente fosse
altrove.
Quel giorno indossava un
paio di pantaloncini verde prato con un ricamo dorato sui lati
rappresentante dell’edera, e una specie di fascia di stoffa dorata
che le copriva il petto ma lasciava in bella vista spalle e pancia.
Lungo la linea del seno si ripeteva il ricamo di edera, ma in un
verde che richiamava quello del pantalone. Al collo aveva un
pendaglio dorato raffigurante una piccola foglia a tre punte.
Omoro era abituato alle
stranezze della Reverenda Idrill, ma inarcò ugualmente un
sopracciglio. Vedendola nessuno avrebbe mai potuto credere che quella
fosse uno dei guerrieri più potenti che Arda avesse mai avuto, non
ché una dei più scaltri e intelligenti.
Restò ad osservarla in
silenzio per un po’, attendendo che terminasse di leggere per
richiamare la sua attenzione.
<<Hai intenzione di
restare lì impalato tutto il giorno?>> chiese lei
improvvisamente senza alzare lo sguardo dai documenti. <<E il
nero non è adatto ai climi caldi!>> Concluse con una
smorfietta deliziosa. Ovviamente la Reverenda Figlia aveva percepito
la sua aura mentre si avvicinava.
<<Sono lieto di
vederti Idrill.>> Disse. <<A cosa devo il tuo invito?>>
<<E’ un piacere
anche per me. E’ da Titana che non ci incontriamo in carne ed
ossa.>> Disse l’elfa alzando la testa dalle sue carte e
sorridendogli. <<Scusa il disordine, ma con il casino che sta
succedendo ho tante di quelle scartoffie da gestire.>> Aggiunse
sbuffando, mentre Omoro si avvicinava cercando di non calpestare
nessuno dei documenti seminati sul terreno.
<<Dovresti lavorare
nel tuo studio.>> Commentò con una punta di acidità mentre
saltava una pila di dichiarazioni del consiglio di Baren. Se c’era
una cosa che Omoro difficilmente riusciva a comprendere era il
disordine. A suo avviso non era difficile tenere le cose al loro
posto.
“Ogni cosa al suo posto
e un posto per ogni cosa” era il principio in base al quale aveva
organizzato non solo i suoi spazi, ma tutta la sue esistenza.
<<Con questo
tempo?>> Rise Idrill descrivendo un ampio cerchio con la mano.
<<E’ un delitto restare chiusi in casa!>> Come tutti i
Silvani aveva una risata cristallina che aveva la proprietà di
contagiare chiunque la sentisse, o almeno chiunque non fosse un mago
consumato con l’autocontrollo di Omoro Flameling.
<<Anche
tu avresti bisogno di un po’ di aria fresca. Sei più sciupato del
solito.>> Continuò fissando cordialmente il mago che ora gli
era accanto.
<<Non avevi bisogno
i farmi arrivare fino qui per darmi dei suggerimenti su come
migliorare le mie condizioni di salute.>> Rispose Omoro.
Idril sorrise. <<No!
No di certo. Sempre diritto al punto.>> Sospirò. <<Avanti
siediti. Devo parlarti di una cosa importante.>>
Omoro rimase in piedi
fissandola senza lasciar trapelare emozioni.
<<Siediti!>>
Ripeté dando dei colpetti sulla terra vicino a lei. <<Non mi
piace che mi si guardi dall’alto in basso, e onestamente non ho
intenzione di alzarmi e parlare scomodamente in piedi.>>
<<Perché secondo
te è più comodo stare seduti per terra.>> Rispose Omoro con
una smorfia.
Idrill si limitò a
inarcare un sopracciglio e a continuare a fargli segno di sedersi.
Omoro sospirò e si
accomodo al fianco dell'elfa. Quella situazione gli ricordava molto
le campagne militari della sua giovinezza. Allora con i suoi
commilitoni sedeva spesso sull’erba (o nella polvere e nel fango a
seconda dei casi) a preparare gli attacchi e le armi o a mangiare e
discorre intorno ai fuochi di campi. Ma era passato molto tempo
dall’ultima volta che si era seduto in quel modo accanto a
qualcuno.
Idrill spinse i fogli che
aveva in mano in un angolo e si allungò in avanti ritrovandosi a
quattro zampe a spostare una pila di documenti, sotto lo sguardo
inespressivo del mago.
Da sotto al mucchio
estrasse una corposa cartellina blu, chiusa da un complicato
intreccio di foglie in argento. Omoro le riconobbe subito come un
sigillo magico estremamente potente. Forse con i mezzi della Sezione
Misteri avrebbe potuto romperlo senza l’aiuto della Reverenda
Figlia, ma ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Ad occhio e croce
cinque o seicento anni.
Con un movimento fluido
Idrill tornò a sedersi accanto al mago e toccò la foglia che era al
centro della cartellina per sciogliere il sigillo. Aprì la
cartellina estraendo un voluminoso rapporto rilegato da un nastro
argento che porse ad Omoro. Sulla prima pagina in un elegante corsivo
spiccava il nome di Frida di Titana, comandante della Terza Sezione,
il miglio reparto investigativo delle SS. Omoro iniziò a leggere il
rapporto mentre Idrill attendeva in silenzio. Gli ci volle poco a
capire di cosa si trattava e iniziò a scorrere le pagine più
velocemente soffermandosi solo sui punti più importanti, saltando
alcuni paragrafi e rileggendone altri. Man mano che procedeva il suo
sguardo si faceva sempre più cupo.
<<Da cos’è nata
quast’indagine?>> Chiese alla fine. Non aveva senso chiedere
se le conclusioni erano certe. Se ci fossero stati dei dubbi la
reverenda Idrill non gli avrebbe mai fatto perdere tempo.
Idrill si aspettava la
domanda da Omoro ma ne fu compiaciuta ugualmente. I maghi in genere
avevano la brutta tendenza a dare molte cose per scontato e
accettavano i contenuti dei rapporti senza informarsi sulle
condizioni che avevano portato alla loro stesura. Questa era la
ragione principale per cui i migliori investigatori non erano maghi.
Omoro costituiva una delle poche eccezioni che Idrill aveva
incontrato nella sua vita, ma non l’avrebbe voluto sotto la sua
direzione per nessuna ragione al mondo. Sarebbe stato come cercare di
tenere un Igrimafo1
al guinzaglio.
<<Un anno fa>>
cominciò a raccontare, <<un giovane regolatore2
dei Tibor, Baren Al Seilin, è scomparso a Sirion. Come ben sai i
Tibor hanno da sempre gestito i commerci di prodotti artigianali e
tessuti tra la regione di Flamelia e quella di Namis, ma negli ultimi
anni hanno cercato di espandere le loro attività nella regione
dell’ARPA, causando la reazione dei Marai e dei clan che operano in
questo territorio. La sera del primo quarto di Grimin, Al Selin si è
recato con altri regolatori del suo clan al palazzo Vecchio di Siron
per incontrare i rappresentanti dei Marai per concordare la data di
un incontro ufficiale. Questa è stata l’ultima occasione in cui il
giovane è stato visto. Secondo i suoi compagni e gli altri
testimoni, si è allontanato dopo la trattativa con i Marai dicendo
di avere un impegno. Nessuno sa di cosa si trattasse. Dalle indagini
non sono emerse prove per accusare nessuno, ma la Polizia di Sirion
ha concluso che il ragazzo sia stato ucciso durante un regolamento di
conti tra clan. Ci sono diversi indizi, tra cui la sparizione del
corpo, che sembravano confermare questa tesi. Te li risparmio perché
ormai sono irrilevanti per i nostri fini, ma se ritieni altrimenti
puoi farti mandare una copia dei rapporti delle indagini da Sirion.>>
<<I regolamenti di
conti sono un’usanza ancora diffusa tra i nomadi. Anche se hanno i
loro rappresentanti al Goldor, e nonostante i nostri sforzi,
continuano a seguire leggi proprie.>> La Reverenda Figlia non
nascose la sua disapprovazione. In genere i Silvani erano molto
tolleranti con le usanze degli altri popoli, ma non potevano
nascondere il proprio biasimo per le norme che giustificavano
l’assassinio gratuito. <<La cosa importante è che la
promessa del ragazzo non ha accettato la spiegazione e siccome
nessuno voleva ascoltarla si è rivolta al Cerchio della Luce di
Namis che ha avviato un’indagine più approfondita dietro sua
richiesta.>> Concluse la Reverenda Idrill.
<<Da quando il
Cerchio si occupa di giustizia ordinaria?>> Domandò Omoro un
po’ perplesso.
<<Il Cerchio si
occupa della giustizia e basta.>> Precisò l’elfa.
<<Qualsiasi caso può essere sollevato alla sua attenzione.>>
<<Intendevo dire
che, visto il carico di lavoro a cui sono sottoposti i Sommi
Chierici, credevo che i casi fossero affrontati in ordine di
priorità. E sebbene la scomparsa di un giovane sia una cosa
terribile, mi pare che il Cerchio della Luce abbia questioni più
importanti da gestire.>> Spiegò Omoro.
Idrill scosse il capo.
<<Non dovrebbe essere così, ma hai ragione. Il Cerchio
all’inizio non ha potuto giudicare il suo caso. La sua richiesta è
stata raccolta dai Figli naturalmente, ma prima che potesse essere
sottoposta all’attenzione di qualcuno sarebbe passata una vita. I
Figli probabilmente le avranno spiegato la situazione e avranno
cercato di convincerla a tornare a casa, ma lei ha insistito. E’
rimasta tre giorni e tre notti nella Sala dei Soli3
aspettando che qualcuno potesse parlarle. E probabilmente ci avrebbe
passato la vita se il Reverendo Gileas non l’avesse notata.>>
<<E lui ha trovato
il tempo di ascoltarla.>> Non era né una domanda né una
esclamazione, ma la semplice constatazione di un dato di fatto. Omoro
non aveva mai lavorato direttamente con il Reverendo Figlio della
Luce, ma lo conosceva bene. La sua fama di persona giusta e capace
era dilagata in tutta Kadma quando ancora era un novizio e non si
parlava neanche della possibilità che diventasse un Consigliere.
Omoro aveva ritenuto opportuno avere più informazioni possibili su
una persona che sembrava avere abilità tali da essere paragonato
alla leggendaria Antares e passava il suo tempo a curare poveri e
disadattati e a difendere i diritti di Orchi e Sirene. Le sue
indagini avevano confermato che il Reverendo Gileas era proprio
quello che sembrava essere, cioè una persona con una grande
intelligenza e un profondo senso di giustizia uniti ad una naturale
bontà d’animo. Doti che messe insieme rendevano qualcuno una
grande ricchezza per Kadma, o una terribile minaccia a seconda dei
casi.
<<Il Reverendo
Figlio sa gestire molto bene le sue attività. Ha la straordinaria
capacità di trovare sempre tempo di fare ciò che è giusto, non
importa quanto carico di lavoro abbia.>>
Omoro colse una nota di
ammirazione nelle parole di Idrill e annuì. Anche lui era sempre
stato impressionato e affascinato dalle doti organizzative del
Reverendo Gileas.
<<Dopo aver parlato
con la ragazza si è fatto mandare i rapporti di indagine da Sirion e
siccome qualcosa non lo convinceva ha riorganizzato il lavoro del suo
staff perché si potesse condurre un’indagine più approfondita.>>
Continuò Idrill.
<<Il Reverendo
Figlio Gileas ha anche un grande intuito. Riesce a capire quali
questioni sono degne di essere considerate e quali no e a vedere
indizi che gli altri non vedono.>> Commentò Omoro. <<Starebbe
benissimo nelle SS, o anche nel mio Dipartimento.>>
Idrill rise. <<Credo
che sia ancora troppo giovane. E poi penso che Eritro abbia altri
piani per lui. Però hai ragione, qualcun altro avrebbe detto a
quella ragazza di accettare l’esito delle indagini di Sirion. Io
probabilmente l’avrei fatto.>>
<<Anche io.>>
Convenne Omoro.
<<Che la Luce sia
lodata per averci dato il Reverendo Gileas, allora>> Sorrise
Idrill.
Ad Omoro parve di
cogliere una nota strana nelle ultime parole della Reverenda Figlia.
Forse l’elfa voleva intendere qualcosa di più con la sua
affermazione ma anche per lui era molto difficile capire con cosa le
passasse per la testa. Era già difficile capire se diceva cose serie
scherzando o scherzava sul serio.
Idrill continuò con il
racconto dei fatti che avevano portato i Servizi Segreti ad
interessarsi al caso. <<Dopo i primi tre mesi di indagine il
Reverendo Gileas aveva già abbastanza informazioni da invalidare le
conclusioni delle squadre di Sirion e vista la natura di alcune
prove, ha chiesto la consulenza del dipartimento di indagine
scientifica avanzata di Titana che ci ha segnalato i risultati.
Abbiamo quindi preso in esame il caso e deciso che fosse di nostra
competenza. Acquisite tutte le carte dallo staff di Gileas, ho
affidato le indagini a Frida che in poco tempo ha identificato un
traffico di organi su larga scala. Siamo certi che ci sia un gruppo
ben organizzato dietro numerose sparizioni avvenute in tutta Kadma.
Un gruppo molto ben organizzato a giudicare da come si sono mossi.>>
<<Tuttavia, da
quello che ho letto, non sono stati riscontrati sparizioni imputabili
a questa organizzazione nelle colonie.>> Disse Omoro con
espressione pensosa.
<<E’ Esatto!
Abbiamo avviato altre indagini perché la situazione delle colonie
rende difficile la nostra azione. Qualunque risultato otteniamo non
potremo mai esserne sicuri al 100% finché il potere del Goldor non
si sarà consolidato nelle Terre Esterne e la situazione
stabilizzata, ma se vuoi la mia opinione, non troveremo nulla di
interessante nelle colonie. Stanno agendo a Kadma.>> disse la
Reverenda Figlia.
<<Eppure nelle
colonie avrebbero più possibilità di passare inosservati!>>
Commentò Omoro.
<<Durante le
indagini Frida ha scoperto tracce di esperimenti proibiti.
Incantesimi di magia nera. Incantesimi del Libro di Malvius.>>
Specificò Idrill condividendo un’informazione che per sicurezza
aveva fatto omettere persino dal rapporto.
Omoro si incupì. Il
libro di Malvius era stato sottratto due anni prima dalla Biblioteca
di Flamelia. Gli assalitori erano entrati senza problemi nell’Area
Proibita, avevano ucciso tutte le guardie e si erano dileguate con il
libro prima che qualcuno potesse dare l’allarme. Sia le indagini
del Nucleo Speciale che quelle delle SS non avevano dato risultati, e
il caso era passato al suo Dipartimento. Dopo un anno di indagini
avevano solo qualche idea su come avevano fatto i ladri, non più di
due, ad entrare, erano certi che qualcuno si fosse introdotto almeno
due volte nella Biblioteca prima del furto, e disponevano di una
traccia di Silmir1.
Quest’ultima non serviva a nulla ovviamente. <<A meno di
fare lunghi, complessi, pericolosi e costosissimi esami a tutti i
maghi ed eventualmente ad ogni altra creatura magica di Arda>>,
pensò Omoro con sarcasmo.
<<Siete sicuri?>>
Chiese. Conosceva già la risposta ma non aveva resistito alla
necessità di chiedere conferma. Si rimproverò mentalmente per il
suo scarso autocontrollo.
<<Non è possibile
sbagliare. Ci sono incantesimi che sono contenuti solo nel libro di
Malvius. Chi li ha fatti deve averlo letto.>> Rispose la
Reverenda Figlia con calma.
Omoro annui. Gli unici
due modi in cui qualcuno poteva aver letto il libro di Malvius era
aver avuto un permesso dal Conclave di consultare il libro prima che
questo venisse rubato, e l’ultimo permesso era stato concesso
almeno 20 anni prima, o aver partecipato al furto.
<<E’ coerente.>>
Annuì Omoro. <<Il libro di Malvius è un testo di necromanzia
avanzata. Se chi l’ha rubato vuole usarlo deve procurarsi la
materia prima o saccheggiando i cimiteri o uccidendo.>>
Sottolineò l’espressione materia prima con una nota di
disapprovazione che ottenne il consenso della Reverenda Figlia.
<<Ci sono buone
possibilità che sia dietro gli esperimenti che dietro il traffico di
corpi ci sia la stessa mente.>> Continuò lei. <<Ci sono
molti elementi che ce lo fanno pensare. Soprattutto la logica con cui
è stata gestita tutta la cosa…>>
<<Tuttavia>>
notò Omoro, <<non stanno agendo nelle colonie dove potrebbero
svolgere le loro attività con molto più profitto e molto più
facilmente, e con minori rischi di essere scoperti da noi.>>
<<Forse il loro
interesse è solo quello di destabilizzare il Goldor, per questo
stanno operando solo all'interno della barriera. O forse quelli che
sono dietro tutto questo non possono lasciare Kadma senza destare
sospetti.>> Disse Idrill guardando seriamente davanti a se e
poggiando le braccia sulle ginocchia.
<<Che vuoi dire?>>
Chiese Omoro che pure aveva un vago sospetto su cosa la Reverenda
Figlia intendesse.
Idrill si portò le
ginocchia al petto e rispose senza guardarlo. <<A questo punto
non possiamo escludere che i nemici siano tra le nostre file.>>
Disse con voce calma. Omoro rimase impassibile, ma dentro di sé
rabbrividì. Era da tempo che aveva il sospetto che nel Conclave si
annidasse qualche traditore. Le implicazioni di una tale eventualità
erano così terribili che il riflettere sulla questione gli aveva
procurato un principio di gastrite. Avere la conferma che la
Reverenda Idrill condivideva la sua opinione e che si fidava tanto di
lui da comunicarglielo non lo faceva sentire meglio.
Note:
1 SS
è un acronimo che sta per Servizi Segreti. In genere SS si riferisce
al quartier generale di Selia, ma spesso colloquialmente la sigla è
usata anche per riferirsi all’Organizzazione nel suo complesso.
2 L’Igrimafo
è un mammifero tipico del Dinamin. Ha la forma di un grosso gatto
privo di coda con una corta pelliccia verde scuro. I suoi occhi
cremisi privi di pupilla hanno grandi proprietà magiche e erano
molto ricercati per la fabbricazione di gioielli prima che la legge
ne vietasse questo utilizzo. Gli Igrimafi sono animali molto
intelligenti e particolarmente abili nella caccia. Sono anche
estremamente feroci e molto difficili da catturare e tenere in
cattività.
3 Il
regolatore è una figura professionale tipica dei clan nomadi
originari della piana di Magenta. Si tratta di una specie di
diplomatico che tratta con i rappresentanti degli altri clan per
definire degli accordi in genere di ordine economico-commerciale.
4 La
Sala dei Soli è l’unico luogo della Torre Bianca dove si può
accedere senza permessi. Si tratta di un enorme salone capace di
contenere più di trentamila persone, dove vengono accolti i
pellegrini che chiedono di sottoporre i loro problemi al Cerchio
della Luce. Per legge, nessuno può essere allontanato dalla Sala
contro la sua volontà.
5 I
Silmir sono le forze base della magia. La loro composizione determina
i poteri di cui dispone un mago o un'altra creatura magica. In altre
parole sono il DNA della magia, ma purtroppo, diversamente dal DNA
corporeo, non esiste un test facilmente eseguibile che permette di
definire la combinazione di Silmir.
LA ROAD ROLLER È FIERA DI PRESENTARVI UNA NUOVA SERIE SCRITTA E DISEGNATA DA MIRIAM CAPUTO
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